Il proposito di Maria Grazia Chiuri per questa collezione è ricapitolare il senso del vestire. Come se ogni capo potesse prendere parola e rivelare lo studio che precede la costruzione di ogni pezzo, dichiarando materialità e forma espressiva. Chiuri vuole esplodere i confini tra opera e processo, per riportare la moda alle sue origini, per assumersi la responsabilità del rapporto tra il corpo e ciò che lo riveste, tra intenzione e funzione. In questa direzione, convoca e organizza le forme dell’archivio a partire dall’abito Amazone della collezione Dior autunno-inverno1951-1952 che riporta Chiuri a quelle figure femminili leggendarie note per la loro forza d’animo, punto di riferimento di una idea di femminilità autonoma, coraggiosa. Coreografare l’archivio vuol dire creare relazioni tra diversi elementi. Smontarli per poi rimontarli in maniera diversa. La collezione è grafica, giocata nel rapporto tra il bianco e nero: gli scacchi, le righe orizzontali o verticali, spesso risultato del logo Miss Dior allungato fino alle estreme conseguenze, le ampie campiture a contrasto. Poi pezzi bianchi come le camicie che si compongono con gonne, pantaloni, abiti neri che nel contrasto del black-and-white esprimono il loro carattere. Gli innesti di rosso acceso dei bomber da motociclista agiscono come colore contrappunto. I ricami – che possono diventare farfalle o frange – sono freddi, metallici. Elementi di una nuova mappa che sposta la discorsività dell’heritage dal guardaroba al corpo. Per riepilogare i diversi corpi che lo hanno attraversato. Il jersey è la materia che li accompagna anche nei leggeri abiti da sera. O nelle forme dei costumi da bagno, semplici o lucenti nei ricami, che sono protagonisti anche nella quotidianità. Corpo, moda, sport sono parole che in questo anno – grazie anche ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 – hanno dato consistenza alla parità di genere, all’inclusività, al rispetto, all’accettazione dei propri limiti. Chiuri chiede a SAGG Napoli, artista che nel suo lavoro usa il tiro con l’arco, di performare nello spazio della sfilata che diventa ambiente manifesto, in cui enfatizzare l’idea di una femminilità forte che contraddice quella negazione della femminilità legata al mito delle amazzoni. “May the building of a strong mind and a strong body be the greatest work I have ever made” è una delle frasi che leggiamo sul tunnel in cui l’artista performerà. SAGG Napoli è un’amazzone contemporanea che usa la moda come complemento visivo e affermazione del suo corpo atletico. Lei si cimenta nella più antica delle discipline, quella in cui è necessario l’allineamento del corpo e della mente. Nello spazio della sfilata – sospeso nel tempo proprio della moda- la collezione celebra la forza e l’affermazione della femminilità contemporanea.
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