Nella sua casa, una donna. Oltre la finestra, lo sguardo scruta tra sottili tende, incrociando la raffinata sconosciuta che abita stanze di aggraziati decori ed evanescenti pastelli. Un affaccio che per Vivetta è punto di contatto con la dimensione del privato. L’immaginazione fiorisce, ma la verità è più profonda di quanto si concede alla vista. Filtrando con lo spazio intimo, la SS 25 firmata Vivetta ne rilegge i ricercati arredi e le romantiche tappezzerie. È infatti una tenda a ispirare una stampa floreale come firma di Vivetta, mentre la palette sposa sfumature tenui e la leggerezza dei tessuti, dallo chiffon ai pizzi, cita la trasparenza dell’abbigliamento da camera. Il tulle è sormontato da un reticolo di piccoli fiori d’argento in paillettes, tra applicazioni di petali 3D attorno a pistilli di minute perle. Si intravede un mood lingerie in studi di layering e poi echi di vestaglie, arricciature, fiocchi e colletti ricamati. In una collezione come ode alla femminilità di una donna sicura di sé, il cui carattere si rivela tra shape che accarezzano il corpo e volumi drammatici. Ma ecco cenni alla sartoria maschile che riprendono l’esercizio di dualismi caro alla stilista. Anche il tratto surrealista di Vivetta non tarda a svelarsi, trasponendo sui capi l’intreccio di tende che danzano ai lati di una finestra. Persino la facciata della casa da pura fascinazione diventa elemento di (de)costruzione: accade sul retro del trench su cui si ricama, minuziosamente dettagliata, suggerendo aperture in corrispondenza dei suoi vuoti architettonici. Senza soluzione di continuità, i gioielli strizzano l’occhio all’accenno agli anni 80 che serpeggia nella stagione. Vivetta indaga i preziosi più classici con un twist di garbo e ironia. Tutto è ripensato, dal choker à la Lady Diana agli orecchini pendenti che si indossano upside down, mentre quelli che si aggrappano ai lobi sono ibridi di forme differenti. Fa eco alla SS 25 la nuova collaborazione con Rosantica e la sua founder, Michela Panero, che segue il successo del lavoro svelato lo scorso giugno con il debutto della prima partnership di Vivetta nel mondo degli accessori. L’enfasi è sulle borse, oggetti d’arte realizzati da esperti artigiani con il savoir-faire di un laboratorio tradizionale. Tra tutti, brilla di 2.500 cristalli colorati una bag come casetta, curata con precisione da miniaturista: le finestrelle si aprono, i fiorellini si moltiplicano, i tre gatti cari a Vivetta fanno capolino. Ai piedi, fiocchi bon ton sfilano sormontando i modelli che ripensano le pantofoline da camera, vere frivolezze in raso. Sulle ballerine, dove fibbia e tacchetto sono un tripudio rhinestone, sbocciano invece mughetti come delizie ricamate. E nei mocassini dalla punta squadrata, le più tradizionali nappe abbracciano un bow preciso. Nella sua casa, una donna. Ma anche la sua bambina. Per la prima volta sul catwalk, è presentata la collezione Vivetta Kids affidata oggi al know how di Nanán, società specializzata nel childrenswear di fascia alta. È un mini-me aggraziato, dolce e misurato, che racchiude il Dna del brand guardando a una trasposizione dei codici incantati della donna Vivetta.